Bandi Multimisura per Progetti Integrati di Filiera (PIF)

Finanziati dalla Regione Toscana, Assessorato all’agricoltura, 15 “Progetti integrati di filiera – PIF“, per un finanziamento totale di 57 milioni di euro.
Rilevante impegno della Regione che intende in questo modo apportare sostanziali benefici al settore dell’agricoltura e zootecnia in termini di occupazione, competitività, innovazione, qualità del prodotto e sicurezza sul lavoro.
A livello occupazionale il personale impegnato nella realizzazione dei progetti conta 1250 imprenditori e 7000 addetti. I progetti, che incideranno su 17mila ettari del territorio regionale e saranno diffusi in ogni provincia della regione e sono riferibili a tre grandi aree: la produzione cerealicola, la zootecnia e “altre filiere” che comprendono la produzione di olio, di vino e il vivaismo.
La Regione Toscana tramite il decreto n° 161 del 23 Gennaio 2012 ha approvato il bando Multimisura per PROGETTI INTEGRATI DI FILERA (PIF) per l’annualità 2012, Pubblicato sul Burt del 1 febbraio 2012 Parte III n. 5, supplemento n. 23.
L’Associazione per la Valorizzazione della castagna del Monte Amiata IGP con sede in loc. Colonia 19 (Arcidosso), in qualità di capofila opera al fine di predisporre un progetto regionale realizzato da vari soggetti aderenti ad un Accordo di Filiera, finalizzato alla soluzione delle criticità della stessa ed alla realizzazione di investimenti che vanno dalla produzione primaria (castanicoltori), alla trasformazione e commercializzazione della castagna (commercianti). Il PIF vedrà, appunto come capofila l’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP e come partecipanti sia diretti che indiretti i soci dell’Associazione, i commercianti e i trasformatori, in un insieme coordinato di vari progetti sottoforma di candidatura unica.
Tale bando rappresenta un’opportunità unica per la filiera castanicola regionale e in particolare per quella dell’Amiata, sia per le singole imprese, sia a livello generale di territorio. Il bando prevede, infatti, sostanziosi contributi per i partecipanti ai PIF.
Entrando nello specifico le misure attivabili nel PIF della castagna sono:
MISURA 122 – ATTIVABILE NEL PIF DAI CASTANICOLTORI A QUALUNQUE TITOLO
Tale misura prevede interventi di: miglioramento dei castagneti in coltivazione, mediante potature di riforma, risanamento e rimonda della chioma; recupero di castagneti abbandonati, mediante taglio di piante in soprannumero e secche, potature di riforma e risanamento e interventi di rinfoltimento; potenziamento e miglioramento di strutture forestali aziendali (strade forestali e piste, ricoveri e strutture per lo stoccaggio e la prima trasformazione) (seccatoi e ricoveri), recinzioni per la difesa e acquisto di terreni 10% e di fabbricati 30% dell’investimento; Adeguamento e miglioramento della sicurezza sui luoghi di lavoro, acquisto di dispositivi di sicurezza; certificazione forestale PEFC o FSC e acquisto di attrezzatura agricola.
MISURA 123b – ATTIVABILE NEL PIF DALLE IMPRESE DI COMMERCIALIZZAZIONE (MICROIMPRESE)
Tale misura prevede interventi di: realizzazione/ristrutturazione/adeguamento di locali per raccolta, stoccaggio, conservazione, condizionamento, confezionamento, commercializzazione e prima traformazione dei prodotti secondari del bosco (castagna), compreso acquisto di terreni 10% e di fabbricati 30% dell’investimento. Comprese spese per impianti elettrici, idro-sanitari, telefonici ecc.; acquisto e istallazione di nuovi macchinari e attrezzature per la raccolta, lavorazione trasformazione, condizionamento, confezionamento, magazzinaggio, commercializzazione dei prodotti secondari del bosco (castagna). Acquisto di attrezzature informatiche e relativi programmi per la gestione tecnologica aziendale; realizzazione di centrali termiche alimentate a biomasse legnose per la produzione di energia destinata ad un utilizzo esclusivo dell’impresa; investimenti finalizzati all’ottenimento di livelli di tutela ambientale e ricerche, analisi di mercato, studio e progettazione.
Nel PIF sono attivabili anche altre misure: la mis. 133 per la promozione dell’IGP Castagna dell’Amiata a favore dell’Associazione, la 124 per progetti di innovazione per la quale è in atto una collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Firenze, la 311 per la realizzazione di impianti a biomasse e la 114 per servizi di consulenza alle aziende castanicole.
Tale PIF è attualmente in preparazione ed è sostenuto dalle tre associazioni di categoria agricole CIA, Col diretti e Confagricoltura, dalla Provincia di Grosseto e dall’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, ha quindi buone probabilità di essere approvato.
A partire dal 16 aprile p.v., con scadenza prevista per le ore 13.00 del 4 maggio 2012, l’Associazione per la Valorizzazione della castagna del Monte Amiata IGP, in qualità di capofila dovrà presentare il progetto e quindi, coloro i quali vogliano partecipare al PIF così predisposto o necessitino di informazioni circa le opportunità legate alla filiera oltre alle modalità di adesione ed alle disposizioni tecniche e procedurali previste dal PIF, sono invitati a prendere contatto con la stessa, telefonicamente o tramite fax allo 0564/969615, o per posta elettronica all’indirizzo associazioni@cm-amaita.gr.it
Con il presente progetto si intende valorizzare due prodotti legati al territorio maremmano come il latte di bufala, per la produzione di mozzarella e altri derivati quali il burro, lo stracchino e il gelato, ed il latte vaccino che potrà essere consumato tal quale o utilizzato per la produzione di prodotti derivati.
Scopo del progetto è però anche creare un prodotto nuovo con caratteristiche organolettiche e qualitative uniche che richiamano il territorio maremmano, a tal proposito lo stracchino e gli altri derivati che potranno essere anche realizzati tramite una miscela di latte di bufala e latte di vacca e saranno inoculati con microrganismi starter selezionati all’interno della provincia di Grosseto (tale progetto è inserito all’interno della Misura 124, sviluppato dalla Scuola Superiore S’Anna di Pisa e dall’Università di Pisa).
Il PIF, che come scopo finale ha la produzione e la commercializzazione dei prodotti sopra menzionati, garantirà anche la cooperazione e la consulenza in fase di campo per le produzioni primarie.
Sarà sviluppata una rete di cooperazione per la produzione di prodotti primari necessari all’alimentazione del bestiame, coltivati dai soggetti coinvolti nel PIF come produttori primari, saranno monitorate le varie fasi agronomiche quali: preparazione del terreno, semina, raccolta e stoccaggio. Le fasi produttive saranno monitorate e gestite dal punto di vista agronomico da tecnici qualificati, la semina su sodo e la scelta di specie vegetali adatte al territorio e che non sono parte della pratica agronomica attuale,
La razione delle bufale o vacche da latte sarà costituita, per la maggior parte, utilizzando foraggi e specie proteaginose autoprodotte dalle aziende che aderiscono al progetto di filiera, avendo così garanzia della qualità e della provenienza delle produzioni. Per completare la razione degli animali i prodotti, per lo più proteici, saranno reperiti a livello locale andando a valorizzare residui della lavorazione dei cereali (ex. spezzati di grano), sottoprodotti dell’agroindustria (ex. panello di estrazione dell’olio di girasole) e colture minori ad alto apporto proteico (ex. il cece) alternative alla soia, fonte proteica attualmente utilizzata dalle aziende zootecniche. Tale attività è inserita all’interno della Misura 124. Sarà acquistato un software per la gestione dei capi in stalla in modo da monitorare vari parametri tra cui l’indice di accrescimento, l’età della prima monta e quantità e qualità del latte prodotto in modo tale da arrivare, alla fine del progetto PIF, all’ottenimento di una banca dati la cui interpretazione ci permetterà di migliorare le tecniche di allevamento e nutrizione nonché selezionare i capi con le migliori caratteristiche genetiche. Tale monitoraggio inizialmente sarà riferito a una stalla di bufale e ad una stalla di bovini per essere successivamente esteso anche alle altre realtà.
All’interno del progetto un soggetto realizzerà un caseificio aziendale per la trasformazione del latte di bufala ed in parte anche del latte di vacca, all’interno del quale potranno conferire anche altre aziende.
La parte della commercializzazione e della trasformazione del latte vaccino sarà affidata al Consorzio dei produttori del Latte Maremma che svilupperà un piattaforma per questa linea di prodotti che saranno poi commercializzati sia attraverso la grande distribuzione sia mediante dettaglianti, inoltre i prodotti saranno inseriti anche all’interno di ristoranti e agriturismi della zona.
La Scuola SuperioreS’Anna di Pisa e il Centro E. Avanzi monitoreranno la produzione valutandone i parametri produttivi e qualitativi con l’obiettivo di ottenere un prodotto di alta qualità e con caratteristiche peculiari,quali l’alto contenuto di acido linolenico coniugato (CLA), acido vaccenico e acido alfa-linolenico (acidi omega-3) e il basso contenuto di acidi grassi saturi , inoltre sarà favorito l’accumulo di iodio nei formaggi a pasta molle(tale progetto è inserito all’interno della Misura 124).
Per Informazioni : pif@confagricolturagrosseto.net